29 aprile 2008

Omaggio a Mariperles

Mariperles è mancata ieri notte; già più di 150 commenti fanno compagnia al suo ultimo post, in cui pubblica la penultima parte del suo splendido sampler delle rose.
Ci lascia un blog che definire una miniera è dir poco; una testimonianza di un gusto tanto raffinato quanto vivo, una serie innumerevoli di schemi per punto croce e bijoux in perle e cristalli. Tutti donati con una generosità straordinaria, perché Mariperles voleva forse dirci che tutto è un dono. E' un dono il tempo per ricamare, ma anche il tempo per disfare. E' un dono anche il tempo in cui non possiamo ricamare affatto perché la vita ci richiede altro, ma ci lascia almeno la speranza di riprendere presto l'ago in mano.
Forse per questo Mariperles insisteva tanto perché donassimo qualcosa anche noi, ma non a lei. Alle associazioni per la ricerca contro le malattie.
Avevo fatto una "passeggiata" sul suo blog giusto intorno al 1° d'aprile. Avevo letto il suo appello a tutte le "bricoleuses" in merito alle nuove iniziative a favore dell'Associazione per la ricerca sul cancro (per saperne di più vi invito caldamente a leggere qui ).
Ma soprattutto ero rimasta colpita dalle immagini spiritose che lei aveva scovato in rete sul tema del pesce d'aprile.
Questa capacità di far convivere impegno e leggerezza è a mio avviso una grande virtù.
Auguro a Mariperles di aver finalmente smesso di soffrire e di essere ora in un posto pieno di luce, tele, fili e cristalli.

28 aprile 2008

Cross stitching news

Sono stati giorni di ago rovente.
Reprimendo l'insopprimibile voglia (ma lo faccio solo una volta ogni tanto, intendiamoci) di iniziare nuove crocette senza aver completato le pregresse, mi sono rigorosamente imposta di finire i lavori che avevo in giro.
Pertanto, ho il piacere di postare i miei ultimi lavori finiti, che sono:

- gatto (free) di Marie Thérèse Saint-Aubin (modello da lei regalato alle Fées Brodeuses, intitolato Un chat au tuteur), nella mia versione "sans de tuteur, mais dans le passe-partout". Cornice liberamente rielaborata da Parolin. Ok, lo so che non si fa l'insalata di autori, ma mi piaceva l'idea... Tela emiane 11 bianca, filato DMC Satin S976;


- seconda cartolina "Saluti dal mare", niente di speciale, ma giusto per fare un po' la mano ai cambi di colore (che non mi sono troppo simpatici e forse sono il motivo principale per cui non mi avvicino a Passione Ricamo). Uno dei motivi per cui amo ad esempio Tournicoton è proprio il fatto che con una "tavolozzina" di 5/6 colori riesce a rendere degli effetti di colore incredibile. E poi per fortuna c'è il nostro Renato...


- portacchiali da regalare con simbolo araldico e iniziali presi da una vecchia enciclopedia DMC, trovata sulla Antique Pattern Library... tela Aida DMC blu notte e DMC oro (lavoro fortunatamente minimo, in quanto i due materiali combinati insieme possono ingenerare follia e isterismo nella ricamatrice). Rifinitura fatta a macchina, risultato molto soddisfacente. Tempo complessivo di realizzazione molto esiguo, da tenere presente per regali dell'ultim'ora;

- porta-aghi liberamente tratto dalla griglia "Conversations" di Anne les Petites Croix. Colori rigorosamente abbinati al biscornu. Mancherebbero due bottoncini, oltretutto ho la tentazione di cimentarmi nuovamente con il punto asola...



Un premio per me!!

Questa mattina ho ricevuto questo!!
Sono davvero emozionata: è la prima volta che ricevo un premio sul blog!!!
Beh, non ho davvero parole per ringraziare Francesca, sia per il premio sia per il SAL Renato!!
Anzi, già che ci sono rinnovo la tradizione delle scritte in viola:

grazie Francesca!!!

E a questo proposito ci tengo davvero tanto a dedicare questo post a tutte coloro che stanno per iniziare il SAL Renato! Spero di riuscire presto a fare conoscenza con ciascuna di voi...
sono davvero incuriosita!! E poi i dibattiti in corso sono proprio appassionanti!!
Un saluto a tutte e a presto!

22 aprile 2008

Tele, amore e gelosia

A proposito di Parolin e di Amitiés Croisées,
sono rimasta colpita nel vedere nel libro la foto di Parolin, in tenuta sportiva, con tanto di occhiali da sole. E' proprio diverso da come me lo immaginavo, cioé più stile "signore compunto".
Devo dire poi che scrive molto bene, sia le dediche che le poesie, insomma mi sembra uno che sa come prendere signore e signorine...
E proprio a questo proposito, il pensiero mi è andato alla signora Paola Parolin: sarà forse perché si tratta di mia omonima, ma a lei mi sento di rivolgere un pensiero di solidarietà.
Sì che lui le dedica tutti i lavori, sì che lui ha sempre per lei parole di amore e gratitudine, però però... questo profluvio di cuori ricamati, questo sciame di fan adoranti, questa ricamatrice francesina che si mette a fare il libro con lui...insomma io schiatterei dalla gelosia...
...tanto più che, a quanto si legge, sembra che la passione del ricamo gliel'abbia trasmessa proprio la moglie...
Insomma mi vengono pensieri irriverenti:
E se in un attacco di gelosia lei gli strappasse tutte le tele?
E se gli dicesse: ma non potevi fare il bancario come tutti gli altri?
E se lo mettesse alle strette: o me o il ricamo?
Oppure si tratta forse di una Paola più saggia e lungimirante della Paola che sono io?
Tutti questi dubbi si affastellano nella mia mente...

Cosa bolle in pentola

Una settimana lavorativa intensa e diversi lavoretti di ricamo in piedi mi hanno tenuta un po' lontana dal blog. Ma presto spero di avere opere da mostrare!!
Intanto io e la mia emiane bianca aspettiamo pazientemente l'inizio del SAL Renato.
Sabato sono stata a fare shopping, ho preso dei tagli della nuova Aida DMC, che mi piace molto: è parecchio rigida, è ottima per are quadretti, ma non certo oggetti tipo sacchettini da bomboniera. Cercavo poi della tela ecru, possibilmente non Aida, ma invano: Genova per queste cose è una piazza difficile. Penso che mi dovrò decidere a comprare le stoffe sul web, ma si tratta sempre di cose che mi piace poter guardare e toccare prima di comprare (per non parlare del fatto che a volte ho visto tagaliare la stoffa in un modo che definire da macellai è un'offesa a questa categoria proessionale!).
In un impeto di masochismo ho preso anche un pezzetto di Aida blu scuro: me la sono proprio cercata!! Vorrei fare infatti un portaocchiali da ricamare in oro; mi sento proprio Isabelle Vautier, un po' perché lei ama molto i portaocchiali, un po' perché anche lei ha un amore/odio per le tele scure...
Queste cose le ho lette sul libro Amitiés Croisées, che ormai alla sera è diventato una specie di libro delle fiabe, da leggere quando non ho più forze per ricamare ma non ancora sonno per dormire...

11 aprile 2008

Del ricamo, dell'amore e di altre malattie...

Eccomi finalmente a parlare del mio preferito in assoluto, Renato Parolin.
Questo è il mio ultimo acquisto:


L'ho acquistato dalla gentilissima ed efficientissima Michela di Coccole, che ho scelto perché mi sembra la fonte più geograficamente vicina a Parolin. E poi devo dire che il nome del negozio, mi sembra proprio azzeccato, non so come la pensate voi, ma tutte queste cose ricamose sono un po' le "coccole", nonostante tutto e tutti, troviamo il tempo di fare a noi stesse...

Ora così sono pronta per iniziare il mio primo SAL, il SAL Renato come lo ha ribattezzato la sua organizzatrice, Francesca di Il sentiero delle viole, che ringrazio per avermi dato la possibilità di partecipare.

Ho molte aspettative su questo SAL, che spero possa essere per me occasione di crescita sia come ricamina che come persona, nella condivisione con tante altre donne. Spero poi possa essere occasione per fare conoscenza e essere conosciuta in rete e auguro buon divertimento a tutte le ricamine. Su tela e filato ci sto ragionando, anche perché su Parolin sto parallelamente portando aventi un altro progetto un po' speciale, ma di questo scaramanticamente preferisco parlarvi più avanti.

Di Parolin amo molto lo stile Engandina, il tratto, il colore e tutta la simbologia, i cuori, le case, ma in modo particolare gli alberi, con le loro profonde radici, gli animali che li abitano e questi lunghi rami protesi verso il cielo.

Parolin sa costruire immagini che sono per me vere e proprie poesie d'amore, e dell'amore come lo sento io; io ci sento una dimensione intimistica, raccolta dell'amore, ma anche un senso di solidità e una propensione alle cose alte.


E poi a evocare in me il pensiero dell'amore è l'idea stessa del ricamo, forse per quel lunghissimo lavoro preparatorio, e poi quel procedere quotidiano del disegno nei fitti incroci della trama e dell'ordito, il farsi, il disfarsi e l'ingarbugliarsi ogni tanto in retri tutt'altro che perfetti...
Colgo l'occasione quindi per rivolgere un pensiero al paziente assistente del mio ricamo, a colui che già a sfogliato con me tutto Amitiés Croisées, a chi tenta invano di starmi a sentire quando parlo di tele e filati, pur non avendo alcun interesse concreto, a chi, nonostante io già vada trascorrendo lunghe ore nei negozi specializzati a Genova, mi ha fatto scoprire la Casa del Ricamo di Savona.

A lui dedico questo post e tutti i ricami parolinici presenti e futuri, che non mi basterà una vita intera per ricamare tutti; glieli dedico nella convinzione che essi sono splendidi da ricamare comunque, ma ricamarli avendolo vicino li rende splendidi in modo particolare.

10 aprile 2008

Preferenze di ricamina

Dopo aver girovagato in largo e in largo per il web, ho messo alcuni punti fermi sulle mie preferenze crocettose. Mi piacerebbe scambiare qualche opinione in merito.

Devo dire che subisco il fascino d'oltralpe. Inizierò citando alcune persone estremamente generose nell'erogare freebies, anzi, data la loro provenienza, grilles gratuites à télécharger, Maryse, Anne les Petites Croix e Frimousse.

Di Maryse apprezzo il gusto sopraffino e anche la capacità di rendere così tanti particolari nel piccolo; pensate a quanti piccoli dettagli riescono a stare nel suo "damier" o nei quadretti delle maisons.

Di Anne, beh non so che dire... ammiro moltissimo l'allegria, la festosità dei suoi colori, che - non so perché, mi colpiscono direttamente al cuore.

Di Frimousse intanto mi piace il nickname (è l'equivalente di Pigotta) e poi mi fa impazzire letteralmente l'idea della Frimousseville. Tuttavia, sono eccezionali anche i cuscinetti sugli hobby (tipo J'aime broder et vous?) e poi preziosissimi i tutorial, specie quello su come si ricama con i nastri, che mi interessa per i vestiti delle mie bambole.

Apprezzo anche molto Mariperles, anche per le sue bellissime lavorazioni di bijoux e per lo stile accattivante e spiritoso del suo blog; per quanto riguarda invece le autrici invece più "istituzionali", trovo unico e irripetibile lo stile di Marie Thérése Saint-Aubin, per come riesce con pochi tocchi a rendere la "figura". E poi mi ha colpito molto il suo impegno di designer su versanti spesso poco frequentati dal ricamo; tipo la matematica (mi viene in mente il "Sampler dei numeri" che tempo fa sollevò una lunga discussione su EMS Italia) o la poesia (sono davvero originali le sue rielaborazioni delle poesie di Pérec). Ma soprattutto è interessante come lei cerchi sempre di ribaltare i "luoghi comuni", tipo l'equivalenza brava ricamatrice=retro perfetto, oppure "persona colta=rifiuto delle attività manuali".

E sul versante italico? Il primo nome che mi viene in mente è sicuramente Giulia Manfredini di Giulia Punti Antichi e mi colpisce il fatto - ahinoi tutt'altro che nuovo - che, per trovare una realizzazione come ricamatrice e designer, sia dovuta andare oltreoceano... Dalle pagine di Giulia ho imparato molto per quanto riguarda il significato della simbologia nei sampler. Confesso che nella mia wishlist di Casacenina c'è il suo My Four Seasons Sampler, che mi piace molto perché collega il ciclo delle stagioni alle età della vita della donna, ma anche la "Sofia's mermaid" (sirenetta disinnamorata con amici pesci) disponibile free non è niente male, se non altro per l'idea divertente!!

E poi... poi c'è il mio autore prediletto in assoluto, ma gli dedicherò un post a parte!!

Saluti dal mare



Ora non resta che profilare e incorniciare!

Punto croce: francobolli e biscornou

Ci tenevo a dare gli ultimi aggiornamenti delle mie cosette a punto croce, benché, come ho già detto, siano proprio cose piccole piccole rispetto agli splendidi lavori che ho visto in rete.

Comunque penso di poter già mostrare quelli che io ho battezzato "francobolli a punto croce", da usare nelle buste di biglietti augurali, che ho cercato di scegliere in tinta. I disegni sono mie rielaborazioni da un vecchio numero di Perline, quello fatidico su cui ho trovato i pupazzetti di panno lenci di Monica; ormai quella rivista è tutta strappata e consunta, ma evidentemente doveva significare molto nella mia vita creativa. E poi, come si dice, bandiera strappata onor di capitano!

Segue un biscornou, che non poteva certo mancare, visto che - a quanto mi sembra - la migliore traduzione in italiano di biscornou sia proprio scaramazzo. L'ho realizzato in rosa e verde, semplificando un po' il Traditional Bulgarian Motif che si trova quasi dappertutto free; ho usato lo stesso modello sia sopra che sotto, ma nei colori il sotto è il negativo del sopra (anche per i bottoni!!). Su questo biscornou che io ritenevo una sciocchezzina ho ricevuto invece molti incoraggiamenti e ho fatto una bella chiacchierata con la signora del negozio che mi ha venduto il mollettone e aiutato a scegliere i bottoni.
C'è poi chi me l'ha consigliato come oggetto da bomboniera (in effetti, con dei bei nastrini di raso, perché no?) e chi, nella forma "strizzata" tipica del biscornou, ha identificato se stesso con abiti troppo stretti (lettore che ti riconosci nelle mie parole, medita medita).

In ogni caso, è proprio vero che la sindrome da biscornou è inguaribile e contagiosa; il biscornou è un lavoro breve e piacevole e appena ne hai finito uno, ti viene voglia di farne un altro.

Vi mostro quello che secondo me è il biscornou più bello del mondo (mi riferisco al numero 2); lo vorrei fare proprio nei colori della foto (che però non sono indicati nel modello), magari con un "gancetto" di codina di topo.

Una nota a margine, derivante anche dalla mia esperienza bambolesca; non pensate che il mollettone sia la migliore imbottitura in assoluto, ma in particolare per gli oggetti imbottiti in tela da ricamo?
Io odio le imbottiture troppo mollicce e il mollettone mi piace perché lo trovo morbido e consistente al tempo stesso. Ho provato anche il poliestere (di cui peraltro ho un'inutile scorta di un chilo) e il kapok, ma non sono stata soddisfatta nello stesso modo.

9 aprile 2008

Punto croce: primi passi

Comincio ad affontare un tema mastodontico: il punto croce.

Anche qui cercherò di non farmi trascinare dalla passione e di raccontare con ordine. Scoperto quasi per caso un po' di tempo fa l'universo immenso, sia reale che virtuale, del ricamo, ho deciso di formarmi e attrezzarmi anch'io per diventare una ricamina.
Devo dire che i blog e i siti web sul punto croce sono tantissimi e splendidi e io mi sento un po' piccola piccola... ma confido di crescere anche grazie a tutte le cose che sto imparando leggendo i blog.
E' stata proprio quella la mia fonte blibliografica primaria; sarebbe troppo lungo citare tutti, ma devo dire che da Stefania e da Alba ho proprio trovato delle guide illuminanti...
E sempre in tema di mondo virtuale, devo dire che la community di Ellen Maurer Stroh mi sembra un posto affollatissimo di ricamine brave e simpatiche... di tutto il mondo!! Giusto per dare una rinfrescatina al mio inglese arruginito, cerco di frequentare il forum in inglese, che oltretutto è una miniera di informazioni su SAL, RR e, soprattutto, su schemi free!!!

Poi ho un po' spulciato alla Biblioteca Civica (anzi devo affrettarmi a restituire, uno dei due libri è prenotato);

- Jan Eaton, Enciclopedia dei motivi a punto croce, utilissimo per le indicazioni su lavaggio e stiratura delle tele e per chi (non io) crea sampler, anche se sono rimasta basita perché fa le andate così \ e i ritorni così / e dice che questa è la regola in Italia (!!);



- Elizabeth Bradley, Fiori Antichi, più che altro per curiosare un po' di storia del ricamo, visto che i 25 enormi schemi della Bradley, benché a dir poco splendidi, sono un'impresa troppo grossa per me!! Ma ho visto che bellissime interpretazioni di quest'autrice le potete trovare qui.

Persepolis


Per chi avesse voglia di conoscere meglio l'autrice e le opere consiglio un'occhiata qui.

So bene che, secondo Corinne Mayer, prerogativa di tutti gli intellettualoidi da strapazzo è preferire sempre il libro al film. Ma permettetimi di dire che in questo caso il libro è decisamente meglio del film.
Il film semplifica molto la trama rendendola un semplice intreccio autobiografico sullo sfondo della rivoluzione islamica del 1980 in Iran, mentre il libro ha un approccio più complesso, mantiene una certa pluralità di temi e soprattutto si basa sul dualismo tra vicenda pubblica e privata, dando lo stesso rilievo a entrambe.
Definirei la storia una parabola di liberazione al contrario: cioè si parte da un grande evento liberatorio che porta però a una libertà distruttiva e violenta, cui occorre rinunciare per recuperarne una più normale, a misura di essere umano. Si parte infatti dalla rivoluzione islamica in Iran, che porta ben presto a un clima politico repressivo della libertà personale; e proprio per restituire alla protagonista questa libertà - ritenuta giustamente il dono più prezioso - i genitori compiono la scelta difficile, sofferta e senz'altro discutibile di farla trasferire da sola in Europa, nonostante sia solo una ragazzina di 14 anni.

In un paese lontano dai suoi affetti e dalla sua cultura, Marjane affronta la scoperta di se stessa e del mondo, con tutta la coerenza e la dignità di cui sa essere capace una giovane donna vivace e intelligente. Ma anche questa libertà dagli immensi confini ha il potere di farle quel male che i genitori avevano cercato di risparmiarle; trovatasi presto senza soldi, casa e riferimenti affettivi, Marjane vive sulla sua pelle la crudezza di una vita allo sbando. Di qui la decisione, stavolta sua, di tornare in Iran, dove, sfoderando una forza di volontà di ferro, riesce a costruirsi una vera vita; completa gli studi, trova un lavoro, si innamora e addirittura si sposa, benchè molto giovane.

Ma il clima politico opprimente in cui questi eventi si svolgono rende impossibile alla protagonista, nella quale si è andata formando nel corso degli anni un'acuta sensibilità etica e civile contro i soprusi e le ingiustizie, godere appieno della felicità conquistata; basti pensare che la decisione di sposarsi è presa quasi esclusivamente per conquistare una legittimità di coppia riconosciuta dal regime solo alle persone sposate.Con il trascorrere del tempo Marjane percepisce un suo progressivo allontanamento emotivo, morale e affettivo dal marito, nel quale non vede più un principe azzurro, ma solo un uomo apatico, deluso, stanco e incapace di reagire al dramma in corso nel suo paese.

A seguito della decisione, anche in questo caso soffertissima, di divorziare, Marjane matura anche il fermo proposito di tornare in Europa, questa volta da donna formata, adulta e cosciente.

Il libro si chiude con la sua partenza all'aeroporto e il distacco - che stavolta sapremo essere definitivo - dai suoi affetti più cari; i genitori e soprattutto la saggia nonna, condensato in una frase necessaria e difficile: "la libertà ha sempre un prezzo".

Proprio questo ho apprezzato del libro, forse proprio per il significato soggettivo che ha per me, essendomi stato regalato da una persona che voleva invitarmi a valorizzare il significato della "scelta": mi pare che dal libro emerga la capacità di descrivere a tutto tondo le sfumature della libertà, la sua bellezza, ma anche i suoi risvolti più crudeli, la dimensione della solitudine, della rinuncia, del limite che sono insite in ogni nostra decisione e, nonostante la consapevolezza di tutto questo, l'esigenza di riaffermare questa libertà come il dono più prezioso, che ci consente di essere e divenire ogni giorno.

8 aprile 2008

Progetti futuri

E così un'altra bambola è venuta alla luce!

Come si dice nelle conferenze importanti: quali prospettive per il futuro?

Ma innanzitutto devo riferire di un'importante scoperta; anche a Genova si può trovare la maglina per fare le bambole steineriane.

Questo evento insperato e inatteso mi è capitato alla Bottega Solidale di via Galata. A dire il vero sono entrata cercando del thé al gelsomino, poi vedendo esposta una bambola Waldorf, ho chiesto alla signora se PER CASO vendevano anche la maglina. L'ho fatto in modo del tutto privo di aspettativa, già una volta nel centro storico avevo fatto la stessa domanda in un negozio con la vetrina piena di bambole Waldorf ed ero stata guardata malissimo e trattata peggio. E invece stavolta ho trovato quello che cercavo. La signora è stata gentilissima e mi ha mostrato le bambole fatte da lei che ho trovato belle e curatissime tecnicamente, mi ha dato consigli molto utili sulla lavorazione della testa e ha condiviso con me le consuete preoccupazioni sull'effetto calvizie. Ho trovato della maglina color carne chiaro, adatta per una bambola europea; la signora mi ha tristemente raccontato che la maglina si riesce a vendere solo per bambole ariane e che magline beige o tantomeno marroni resterebbero per anni in magazzino. Mi ha mostrato poi un prodotto molto particolare, lo Skin Toner della Lyra, che è una serie di matite colorate sui toni dei colori della pelle di tutte le etnie del mondo, dall'eschimese al nigeriano. Ma mi ha detto che anche quello non incontra molto i gusti del pubblico. Sulle bambole lei trova che ci sia un gusto molto appiattito su bambole ariane, femmine e rigorosamente da regalare a femmine. E' facile capire come io trovi insensato tutto ciò.

Comunque, lamentele a parte (devo dire che il vizio di fare solo bambole femmine è anche mio, ma fare bambolotti è più difficile e vorrei impratichirmi ancora), sono molto contenta, intanto perché non capita spesso di passare una mezz'ora piacevole in un negozio, non solo a "comprare", ma anche a fare due chiacchiere e poi perché finalmente posso lanciarmi anch'io a provare una bambola Waldorf e godermi appieno il libro di Valeria Ferrari, che finora ho usato solo per i vestitini e le scarpe.

Un'unico dubbio; con le bambole Waldorf dovrei abbandonare la mia tecnica degli occhi in moulinet e panno lenci, che considero un elemento molto personale delle mie bambole...

Beh ho tempo per pensarci su...

Intanto mi sbilancio su un'anticipazione: la prossima bambola sarà con tutta probabilità tirolese e vorrei applicarci quanto di ricamo ho appreso in questo periodo...

E aggiungo un'ultima cosa; del thé al gelsomino mi sono completamente dimenticata!!!

Olga




Olga è una bambola nata su ispirazione di questo acquerello di Natalia Goncharova, un'avanguardista russa vissuta molti anni all'estero lavorando come disegnatrice di costumi per i Balletti Russi. Questo costume è tratto appunto da Sur le Boristhéne di Prokofiev. Io l'ho vista a una bella esposizione della Galleria d'arte Martini e Ronchetti di Genova.
La bambola è stata un parto lungo e laborioso, ma sono soddisfatta del risultato. Il modello di bambola è della sempre insostituibile Anne Les Petites Croix, che io apprezzo molto sia come doll-maker che come ricamatrice.
Sui capelli ho speso il consueto quantitativo enorme di tempo per rimuovere l'effetto calvizie, incubo di tutte le doll-maker. Questa volta, per la prima volta, sono soddisfatta appieno; merito di tutte le impunture che ho dato e di un fantastico ago (da lana ma con cruna) divenuto da poco uno dei miei attrezzi irrinunciabili.

Per il costume, per il tutu in particolare, ho usato un tutorial di Ellen B. Wharton, pensato per una Raggedy Ann e da me riadattato. Lei si era ispirata alle ballerine di Degas. Evidentemente le bambole ballerine hanno sempre un'ispirazione pittorica!! Ora mi pare che questo tutorial non sia più on line, quindi mi riprometto di di farne al più presto un sunto (!!!) basato sulla mia esperienza empirica. La scelta dei materiali indubbiamente è stata parecchio masochistica; tulle (difficilissimo da tagliare) e raso (tremendo da tagliare, cucire e stirare). Ma d'altra parte ero vincolata da esigenze di realismo; gli abiti di una ballerina non sono di iuta. E poi si trattava davvero di bel tulle e di bel raso.
La parte più divertente è stata sicuramente mettere i nastrini di raso. Per la coccarda centrale e per la corona in testa, mi sono rivolta invece a un negozio di bomboniere, dove sono stata trattata con gentilezza commovente. Anzi, forse fraintesa sull'uso che dovevo fare delle roselline e del nastro con tiranti, nonostante mia insistenza, questi oggetti mi sono stati regalati. E pensare che avevano il negozio pieno di gente che comprava a tutto vapore!! Per lo scialletto me la sono cavata con una striscia di tulle di recupero (sì, anch'io ogni tanto cerco di recuperare qualcosa!!). E non venitemi a dire che il blu dello scialle è diverso da quello del nastro; per una volta che riesco a risparmiare!!!

Novità bambolesche e ricamose

Causa vita frenetica off-line mio blog giace irrimediabilmente abbandonato. Vediamo di rimediare pubblicando, con ordine, novità della mia vita creativa;
1. quasi arrivati al traguardo "Fine bambola Olga"
2. grandi passi avanti sul versante ricamo.
Ma andiamo con ordine.