20 giugno 2008

Scambio estate inviato

Posso finalmente raccontarvi del confezionamento del mio pacco per lo scambio estate di Manu. Confezionarlo è stata un'esperienza davvero divertente, anche se per me, al mio primo scambio, epica. Spero che alla mia abbinata, Anna Tesoruccio, "titolare" di un bellissimo album Picasa, abbia fatto piacere riceverlo tanto quanto a me realizzarlo.
Come "tema" ho scelto quello dei colori rosso e giallo, proprio perché, come ho detto ad Anna, avevo voglia di una ... botta d'allegria (forse dopo le recenti indigestioni di colori pastello).
Orbene, vi racconterò cosa ho messo nella busta morbida (Anna scusa se è riciclata, lo so che ora penserai che tutto ciò che si dice sul "braccino corto" dei liguri è vero, però mi sembrava uno spreco buttarla...);
- biglietto fatto da me con le mie manine in vergatina e cartoncino Bristol, decorato con embossing e scrapbooking;

- candeline profumate a forma di pomodori e girasole;
- origano (io ne vado matta);- semi di basilico delle nostre parti (è da piantare adesso e anche in vaso dà delle enormi soddisfazioni!);
- copia del libretto Sajou 604 (uno dei miei preferiti) offerto da Feutrine et Petites Croix;

- poesia con tanto di traduzione di Stephen Beal, dal titolo "816 The place where colors are done" (sì! 816 si riferisce al rosso DMC, date un'occhiata qui);
- bustina in panno lenci, contenente 2 matassine (giusto per restare in tema, il DMC 816 e il 744) e qualche bottoncino;


- cuoricino ricamato da me con schema di Claire Gazette.
Preparare lo scambio mi ha dato molta soddisfazione: scrutare in segreto i lavori dell'abbinata, raccogliere le idee, ammonticchiare pian piano gli oggetti, nel frattempo ricamare a tutta velocità...

Ho già una tentazione terribile di ripetere l'esperienza, nonostante la mia vita, creativa e non, sia già sufficientemente frenetica.
Ma, come dice Oscar Wilde, l'unico modo di liberarsi di una tentazione è cedervi...

18 giugno 2008

Jane Eyre


Un libro considerato, a mio avviso a torto, facente parte del mucchio "libriccini per fanciulline sognanti".
Un libro invece secondo me tostissimo e molto moderno.
Moderno innanzitutto per la scelta di una protagonista non straordinariamente bella, non straordinariamente virtuosa, una donna come noi. Forse con una vita un po' più difficile alle spalle, diciott'anni di orfanotrofio, senza affetti e senza slanci.
La possibilità di un lavoro, come governante di una bambina, presso la casa di un ricco signore vedovo, tutore della piccola, il signor Rochester.
La nascita di un rapporto tra l'uomo e la donna, prima amicizia, poi amore. Improvvisamente, come in una bella fiaba, la possibilità di sposarsi. L'anello di fidanzamento, i fiori, i bei vestiti, il sogno di un futuro insieme.
L'unica ombra, in tutta questa felicità, sono i rumori (eco lontane di urla selvagge) che di notte vengono dalla stanza a fianco di quella di Jane.
Il futuro marito rassicura Jane, dicendola che si tratta solo di rumori immaginari, frutto delle sue ansie alla vigilia di una scelta importante.
Il giorno del matrimonio, la catastrofe; la moglie del ricco signore non è morta, è una donna caraibica, sposata per capriccio, per il soddisfacimento di una fantasia sessuale che vedeva in lei una donna particolarmente disinibita e trasgressiva; ma la donna non regge l'impatto con la nuova vita nella campagna inglese e per questo viene deciso di darla per morta e tenerla segregata in una stanza; sono sue, e non di un fantasma, le urla che Jane sente di notte.
La moglie rinchiusa si ribella e appicca il fuoco alla casa dei sogni e degli incubi. Nell'incendio lei muore e lui subisce una grave lesione agli occhi.
Jane, sempre coerente con i suoi principi morali, fugge e cerca di ricostruirsi una vita lontana da questa dolorosissima esperienza. Un'altra vita, un'altra possibilità di matrimonio che Jane rifiuta, non amando l'uomo che gliela propone.
Jane a questo punto fa una scelta incredibile; cioè non è nemmeno una scelta, è un istinto che lei sente. Torna dal suo amato Rochester e decide di restare, di prendersi cura di lui e della sua vita in frantumi.
Dopo aver visto negli occhi l'orrore della follia, la fragilità della menzogna, Jane, che a quel punto è libera e ha riacquistato tutta la sua dignità, compie la scelta di DONARE tutta se stessa all'uomo che l'ha ingannata. Ma che non ha mai smesso di amare.
La letteratura è fatta di donne che partono e donne che restano. Sono sempre partenze e ritorni carichi di dubbi, sofferenza, angosce. Leggerli sulla carta allevia forse un po' la fatica di pensarli nella vita vera...

Un matrimonio per bene



Da un po' di tempo avevo voglia di raccontare sul blog dei libri che, come direbbe Fatagatta, mi hanno "scritto dentro".
Ho deciso di iniziare da una lettura recente, molto cruda, che mi ha scosso profondamente.
Un matrimonio per bene, di Doris Lessing.
Ovvero la storia di come un matrimonio non dovrebbe essere (e di come io comunque spero che non necessariamente debba essere).
Sud Africa, alla vigilia della seconda guerra mondiale. Martha Quest, diciottenne, fa parte del dorato mondo borghese dei coloni bianchi, di cui accetta le regole e il modello di vita, anche se già a livello inconscio ne avverte le contraddizioni.
Una volta arrivata al matrimonio (in modo quasi "automatizzato" e inconsapevole), comincia a soffrire la vacuità e l'assenza di stimoli della vita cui è destinata; tanto più che con suo marito divide solo il tempo di feste e gite in compagnia di altre giovani coppie e non quello delle scelte di vita più impegnative, cui lui in ogni momento cerca di sottrarsi (molto significativo è il momento in cui Martha si confronta da sola con il problema della scelta di un metodo contraccettivo e non trova nel marito alcun ascolto).
In questa condizione di solitudine, che comunque ha il merito di temprare il carattere e la personalità della protagonista, Martha compie la difficile scelta di portare avanti una gravidanza inattesa e indesiderata e di mettere al mondo la sua bambina, pur non sentendosi appagata dal rapporto di coppia.
Nel frattempo, scoppia la guerra e tutti i giovani uomini del villaggio corrono ad arruolarsi. Qui è molto interessante il modo in cui l'autrice indaga le ragioni VERE di questa decisione, al di là degli alti ideali dell'amor di patria, fondamentalmente adombrando l'ipotesi che a spingere tutti questi giovani verso il fronte siano soprattutto l'esigenza di dare un senso alla propria vita e il bisogno di fuga rispetto a una scelta familiare - il matrimonio - cui sono stati indotti ma non preparati.
Un po' come se affrontare una realtà drammatica come la guerra fosse comunque meno difficile di affrontare la realtà quotidiana di confronto e conoscenza di sé.
Mentre suo marito è al fronte, Martha fa dei passi avanti nella sua crescita personale; si appassiona alla causa delle persone di colore, che ancora vivono il dramma dell'apartheid. Si indigna rispetto alle paternalistiche e pietistiche iniziative delle "dame di carità", impegnate in un'ipocrita politica di elemosine ai neri del villaggio, prende le distanza dai consigli dati dalle donne più grandi (la madre, la suocera, la vicina di casa), che le vogliono dimostrare come la vita di una donna sia fatta solo per il matrimonio, la maternità, la sofferenza.
Quando il marito torna dal fronte, Martha ha la possibilità di toccare con mano cosa si nasconde dietro alla cortina dorata del mondo in cui è vissuta. Al pensiero di perderla, il marito si dimostra un bambino fragile e violento; minaccia prima di violentarla e picchiarla e poi non sa fare altro che chiamare in aiuto la madre, che corre da lui nell'intendimento di accudirlo e curarlo, come non ha saputo fare Martha, la donna "cattiva", la donna che non ha ubbidito alle regole di un matrimonio per bene.
Lasciamo Martha così, senza rimpianti, mentre parte in auto e guarda ormai senza nessun rimpianto ciò che resta del suo matrimonio per bene, ciò che resta di qualcosa che non è mai stato.

Lavori che vanno, lavori che languono

Nella mia vita creativa si stanno intersecando lavori che vanno a diverse velocità; i cottage di Maryse (in lavorazione l'estate) su cui vado avanti bene e volentieri, il lavoro per lo scambio estate, che pur essendo piccolissimo, mi ha preso un sacco di tempo, la seconda tappa del SAL Renato, che dopo il grande disfacimento, non sto più portando avanti con lo stesso brio...
E' che in questo momento sono un po' sotto stress (complice il lavoro, ma non solo) e mi sento un po' fiacca e senza energie...
Però ora voglio darci proprio una mossa! (Anzi mi siete tutte testimoni che l'ho detto!)
E poi sto preparando un maxi ordine su Casa Cenina, perché il mio compleanno si avvicina!!!

10 giugno 2008

Casette di tela e capelli al pesto


Una notte di ricamo e una breve seduta dal parrucchiere mi hanno conseguito di raggiungere un traguardo insperato. Il primo dei cottages stagionali di Maryse - la primavera - è andato in porto. Scusate per l'orrenda scansione, ma ci tenevo troppo a mostrarlo!
Sono tanto contenta, anche se:
- non mi piace l'uccelletto nero (eppure l'ho fatto com'è nello schema, anzi mi sono cimentata con il punto 1/4 e 3/4). D'altra parte non posso eliminarlo (è il leit motif presente in tutte e quattro le stagioni). Potrei provare a ingentilirlo con un beccuccio e un occhietto a punto nodino... oppure rifarlo in grigio, tipo 414... non so, son già in paranoia...
- secondo me nell'angolo in basso a destra Maryse si è dimenticata di aggiungere una fogliolina (chiamo in causa la mia amica appassionata di simmetrie).
In ogni caso, è stato proprio un piacere ricamarlo, costruire la piccola casa crocetta per crocetta, piantare i piccoli alberi e i piccoli cespugli fioriti, (un po' meno piacevole la cornicetta a fiori che non finiva mai, specie volendo evitare un rovescio proprio orripilante, ma un po' di pazienza nella vita non guasta).

Giusto per cambiare argomento, il parrucchiere cui sono andata stamattina per una pieghina al volo è stato proprio una bella sorpresa; non è il mio abituale e ci sono andata giusto per coccolarmi un po' (e per finire il ricamo...), ma in mezz'oretta mi ha fatto proprio un bel lavoretto...

... ha usato uno shampoo al basilico buonissimo...io non amo le profumazioni troppo dolci e questa la trovo fresca e piacevole. E poi io sono molto legata alla mia città e mi piace avere i capelli che sanno un po' di pesto...

9 giugno 2008

Ho cambiato vestito al blog, un po' per insanabili contrasti con Blogspot (non escludo di diventare a breve una splinderiana), un po' perché , con la bella stagione (bella per modo di dire, finora...), mi sta tornando voglia di bianco.

E poi voglio cercare di diventare una ricamina più organizzata e ordinata...

e questo desiderio proviene anche da un incontro molto molto speciale fatto sabato... ma di questo mi riprometto di raccontare per bene il prima possibile in un post apposito.
...per cui ora cercherò di andare con ordine con la mia agenda per l'immediato futuro...

questa settimana si lavora per lo scambio di Manu, oggi in pausa pranzo ho già raccolto qualche oggettino e del materiale, nel weekend ho finalmente selezionato la griglia... sono soddisfatta del "tema scelto"; mi sono rimasti da comprare due oggettini che ci tengo a mettere nel pacco (è solo questione di orari, con i negozi che non fanno orario continuato io sono in lotta perenne).
Conto comunque di avere il pacco pronto per fine settimana.

Dolorosamente dovrò limitare i ricami di giugno a 2:
- i cottages di Maryse, di cui speravo di poter già mostrare la primavera finita, anche se, stanti gli attuali impegni, mi sono data una scadenza più "morbida" entro il 21 giugno, in cui, per ragioni di calendario, vorrei cominciare a ricamare l'estate;
- la seconda tappa del SAL Renato, che tutte dite essere più facile e ora voglio mettermici di buona lena anch'io!!!
In questo weekend ho ricamato poco ma mi sono concessa il vizietto di un po' di riviste. Tra queste:



- 2 numeri di Marie Claire Idées, rivista che apprezzo molto nello stile e trovo ricca di spunti, anche se trovo le spiegazioni un po' approssimative, forse per quei cartamodelli così rimpiccioliti (fare fotocopie molto ingrandite non è roba da ridere!);


- l'ultimo numero di Cross Stitcher, che mi ha attirato per caso nello scaffale edicola di Mondadori per via dell'annunciatissimo sampler di Anne Regnier di Tournicoton (nelle scorse settimane si era creato un gran tam tam su questo "evento eccezionale" di una creazione francese pubblicato su una rivista inglese). Detto tra noi, ho trovato il sampler di Anne un po' deludente rispetto alle meraviglie cui ci ha abituato, però in compenso mi sono molto incuriosita rispetto ai lavori di Margaret Sherry (che non conoscevo) e ai lavori del mondo anglofono in genere. Devo dire che, per una ricamina ostinatamente francofila come me, è stata una bella sorpresa, anche se il solo vedere tutto quel punto scritto mi fa venire il mal di mare!!!