Mi sembra giusto inaugurare questo blog parlando della mia passione intensa e spero duratura per l'universo della cosiddetta "manualità femminile" (etichetta peraltro claustrofobica, limitante e riduttiva), in particolare di bijoux (la mia passione primigenia) e di bambole di pezza (la mia ultima folgorante scoperta).
Premetto che io mi sono avvicinata a quest'universo giusto per curiosità, per istinto, perché non so stare con le mani ferme. Non ho nessuna pretesa di avere qualcosa da insegnare, anzi forse i miei lavori sembreranno orribilmente naif a chi se ne intende davvero. Ma mi fa piacere lo stesso usare la Grande Rete per scambiare un po' di idee in merito.
E mi sembra che tutto questo universo, dalla maglia ai bijoux, dall'uncinetto al decoupage sia tutt'altro che roba da nonne o vecchiette, anzi mi pare che questi lavori, giudicati a torto frivoli (d'altra parte tutto ciò che riguarda le donne è sempre una cosa frivola!), sia in realtà la manifestazione molto importante di un diritto di espressione, spesso raro e unico, di un impulso creativo che, al di là dei luoghi comuni, nel villaggio globale si va un po' appiattendo. E invece spesso questo rimane l'unico modo di raccontare il proprio essere vivi e volerlo restare, spesso in situazioni difficili. Poi per molte donne è anche qualcosa di più: all'artigianato del tipo "beading" molte donne in diversi PVS affidano la loro dignità, l'indipendenza economica, il riscatto sociale. C'è un articolo che spiega molto bene quest'idea e ve lo segnalo (http://www.manidistrega.com/tx/consigli_parliamodi.asp?id=175) . E' di Laura Schiavoncini, una signora che unisce alla passione per le cose "frivole" un grande impegno umano e civile. Però ho scoperto che questa cosa non riguarda solo i PVS: nei miei vagabondaggi natalizi per mercatini ho scoperto che in Italia attività come la lavorazione del feltro o le tecniche di tessitura decorativa stanno molto diffondendosi nelle scuole di formazione professionale delle comunità di recupero o delle carceri. Poi spesso queste persone che imparano si raccolgono in cooperative sociali e continuano quest'attività in forma imprenditoriale, magari abbinata a un'attività agrituristica, che oggi indubbiamente tira molto di più dell'artigianato. Insomma, mi sembra un mondo tutto da esplorare, e non solo per le signore... come si dice su "Ferri e gomitoli" a proposito di maglia, un mondo "sexy e ispirato"...
Premetto che io mi sono avvicinata a quest'universo giusto per curiosità, per istinto, perché non so stare con le mani ferme. Non ho nessuna pretesa di avere qualcosa da insegnare, anzi forse i miei lavori sembreranno orribilmente naif a chi se ne intende davvero. Ma mi fa piacere lo stesso usare la Grande Rete per scambiare un po' di idee in merito.
E mi sembra che tutto questo universo, dalla maglia ai bijoux, dall'uncinetto al decoupage sia tutt'altro che roba da nonne o vecchiette, anzi mi pare che questi lavori, giudicati a torto frivoli (d'altra parte tutto ciò che riguarda le donne è sempre una cosa frivola!), sia in realtà la manifestazione molto importante di un diritto di espressione, spesso raro e unico, di un impulso creativo che, al di là dei luoghi comuni, nel villaggio globale si va un po' appiattendo. E invece spesso questo rimane l'unico modo di raccontare il proprio essere vivi e volerlo restare, spesso in situazioni difficili. Poi per molte donne è anche qualcosa di più: all'artigianato del tipo "beading" molte donne in diversi PVS affidano la loro dignità, l'indipendenza economica, il riscatto sociale. C'è un articolo che spiega molto bene quest'idea e ve lo segnalo (http://www.manidistrega.com/tx/consigli_parliamodi.asp?id=175) . E' di Laura Schiavoncini, una signora che unisce alla passione per le cose "frivole" un grande impegno umano e civile. Però ho scoperto che questa cosa non riguarda solo i PVS: nei miei vagabondaggi natalizi per mercatini ho scoperto che in Italia attività come la lavorazione del feltro o le tecniche di tessitura decorativa stanno molto diffondendosi nelle scuole di formazione professionale delle comunità di recupero o delle carceri. Poi spesso queste persone che imparano si raccolgono in cooperative sociali e continuano quest'attività in forma imprenditoriale, magari abbinata a un'attività agrituristica, che oggi indubbiamente tira molto di più dell'artigianato. Insomma, mi sembra un mondo tutto da esplorare, e non solo per le signore... come si dice su "Ferri e gomitoli" a proposito di maglia, un mondo "sexy e ispirato"...
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