11 gennaio 2008

Ridi, pagliaccio!





Quelli che vi mostro ora sono gli esiti di un mio recente impulso ludico.
Gunnar e Mokambito sono due pupazzi snodati realizzati con la stessa tecnica, di quelli che ancora si fanno nelle scuole elementari: braccia, busto e gambe fatti di dischi di panno lenci intervallati a palline: di plastica per Mokambito (ho riciclato dei vecchi braccialetti), di legno per Gunnar (qui invece all'emozione di trovare delle perline colorate in legno non ho resistito e, in preda a un raptus compulsivo, ne ho comprato di tutti i colori!!).
Per fare mani e piedi, ho usato dei campanelli dorati e argentati (a Gunnar li ho messi anche sul cappello).
La testina e il cappello sono fatti con il solito panno lenci imbottito. Di Gunnar sono più soddisfatta rispetto a Mokambito, soprattutto per come ho assemblato i pezzi (con il mitico filo da pescatore tanto caro a chi lavora perline!!): per ora non ha ceduto nemmeno un po', mentre Mokambito è decisamente più "precario".
Ovviamente questo è un primo tentativo di un progetto più ampio: da tempo ho in testa di fare dei burattini ma senza dover ricorrere alla cartapesta...

10 gennaio 2008

Mon petit ange (ovvero l'angelo non ariano)





E giusto per andare avanti, una bambola in miniatura...Misura sui 10 centimetri e, dato il periodo natalizio della sua nascita, ho voluto darle l'aspetto da angelo...
Pur essendo piccola, mi ha dato parecchio daffare, specie per rivoltarla e imbottirla. La bocca è ricamata a moulinet, ma gli occhi sono dipinti con i colori per stoffa. I capelli sono un avenzo di quelli di Waikiki, l'abito è in tulle celeste... le ali sono di panno spesso con paillettes applicate. Mi piaceva l'idea di abbinare alla componente "angelica" quella "africana". Di qui anche l'idea degli orecchini. Nella prossima vita mi piacerebbe avere il tempo di realizzare angeli dei 5 continenti.

Waikiki (dalle parole ai fatti)







Giusto per dar prova del fatto che non spendo il mio tempo solo a cianciare, vi presento la mia opera prima, Waikiki.
Waikiki è nata dall'idea di donare una pigotta all'Unicef a Natale. Sull'iniziativa vi rimando al sito.
Anzi sapete che a Genova è stata creata la Pigotta più grande del mondo? Guardate qua. Molti sono dissenzienti, ma io la trovo comunque un'idea bella, specie laddove coinvolge i centri per anziani, le scuole vespertine, i piccoli laboratori sartoriali di periferia, cui dà secondo me una bella opportunità di condivisione.
Allora ero ancor più ignorante in materia di cucito di ora... ma mi sono cimentata ugualmente.
Ho guardato ben bene le pigotte in vendita alla bancarella e presso il Centro Unicef di Genova, ho scaricato il cartamodello dal sito e ho deciso quasi subito di fare una bambola hawaiana. Non chiedetemi perché... L'ho fatta in panno lenci marrone (io adoro il panno lenci), imbottita di meraclon e poi mi sono inventata un top con fiori applicati di panno. Il gonnellino è fatto di strisce di tulle annodato e devo dire che ha fatto una bella resa, anche se il trattamento cui ho sottoposto il povero tulle (tagliato a striscioline e annodato) non è certo ortodosso...
La bocca e gli occhi sono di panno applicato con ricami a punto catenella. A dire il vero ero molto indecisa: inizialmente volevo usare delle perline per gli occhi, ma non si possono applicare perline o bottoni sulle pigotte. Questo divieto però è stato un bene: avevo visto una bellissima pigotta con i tratti del viso dipinti e quindi mi sono comprata i colori per stoffa, ma poi ho pensato di fare di testa mia e così ho usato ago (da moulinet ma con la punta) e filo (moulinet, of course!!).
I capelli sono di lana vera (non mi sono fidata dell'acrilico) cuciti e poi tagliati e pettinati a trecce.
Il mio primo "tutorial" sulle bambole di pezza lo devo a Rossella Usai, di cui vi invito a visitare lo spazio web qui, (io ci ho passato delle ore e le sono infinitamente grata), ma sulle bambole ho letto tantissimo e conto di parlarne in dettaglio presto.
P.S. Ovviamente poi Waikiki l'ho portata all'Unicef, semplicemente ho le foto in quanto conosco chi l'ha comprata!

Evelyn




Questa è un'altra delle mie bambole, di cui vado molto fiera.

Vuole avere un che di irlandese, per questo si chiama Evelyn. Non è di panno, ma di una tela robusta che mi soddisfa molto. Gli occhi e la bocca sono realizzati come per Waikiki, salvo che qui anche le pupille sono ricamate.

Le differenze grosse rispetto a Waikiki sono:

1) il cartamodello (Evelyn non ha il corpo di pigotta Unicef, anche se ho comunque seguito un cartamodello molto semplice di bambola di pezza, leggermente più piccolo);

2) braccia e gambe sono assemblati al tronco successivamente, anche se l'effetto di mobilità delle articolazioni è secondo me invariato rispetto a quello che si ottiene cucendo in un pezzo unico tutto il corpo e poi dando delle cuciture sulle articolazioni per renderle, appunto, morbide);

3) Evelyn è interamente realizzata con il mio nuovo acquisto, la macchina da cucire. Ora forse vi farò inorridire, ma non ho osato comprarmi nulla di più complicato di una Cucciola della Cucirini, di cui, comunque, per ora non posso che parlare bene. Le funzionalità sono ovviamente limitate (non fa né zig zag né asole), ma, a parte questo, si tratta di tutt'altro che una macchina giocattolo. Infatti fa il "punto normale" (e non il famigerato punto catenella che si disfa a ogni pié sospinto) ed è molto solida e compatta, nella confezione ha incluso il suo pedalino, 4 spolette e un ago di ricambio. E' relativamente semplice da usare e, in sintesi, mi sembra davvero l'oggetto ideale per chi come me vuole imparare in modo soft, senza impegnarsi con una macchina che costi tanto.

L'aver cucito a macchina ovviamente secondo me rende la bambola molto più solida e durevole e le dà la possibilità di essere usata davvero come un giocattolo (fermo restando che i piccini riescono a distruggere veramente TUTTO).

Anche il vestito l'ho cucito a macchina e, peraltro, vado fiera del fatto che almeno una volta nella mia vita, ho usato uno scampolo che già avevo, senza comprare roba nuova (in questo aspetto del valorizzare le cose vecchie io sono davvero un disastro, raccolgo un sacco di roba, ovviamente di quella che occupa più spazio e poi decido che niente di quello che ho va bene per quello che vorrei realizzare).

Il gilet invece me l'ha tricottato la mamma a grana di riso, facendo poi un bordino a coste 1/1.

Le scarpe sono di panno, con il bordino tagliato a forbici zig zag (my favorite tool) e il fiocchetto della stessa lana del gilet.

Quello che mi ha divertito di più è stato fare i capelli, per i quali ho usato una lana bouclé melange che mi è costata non poco (ma secondo me il gioco è valso la candela). Per evitare il consueto effetto di calvizie che mi ha afflitto nelle bambole precedenti, mi sono comprata una specie di ago da lana con la punta e, prima di fissare la chioma vera e propria, ho dato un po' di punti sulla nuca, in modo da avere una copertura preliminare.

Indubbiamente nel fare Evelyn ho risentito dell'influsso della Mannoia che sto ascoltando in questo periodo: dei cieli d'Irlanda e, soprattutto, dei suoi spettacolari capelli rossi che ho cercato di riprodurre nella bambola.

Il nome l'ho scelto d'istinto, pensando ai Dubliners di James Joyce, anche se il racconto di per sè lo trovo molto triste...

9 gennaio 2008

Roba da donne/ roba da nonne???

Mi sembra giusto inaugurare questo blog parlando della mia passione intensa e spero duratura per l'universo della cosiddetta "manualità femminile" (etichetta peraltro claustrofobica, limitante e riduttiva), in particolare di bijoux (la mia passione primigenia) e di bambole di pezza (la mia ultima folgorante scoperta).
Premetto che io mi sono avvicinata a quest'universo giusto per curiosità, per istinto, perché non so stare con le mani ferme. Non ho nessuna pretesa di avere qualcosa da insegnare, anzi forse i miei lavori sembreranno orribilmente naif a chi se ne intende davvero. Ma mi fa piacere lo stesso usare la Grande Rete per scambiare un po' di idee in merito.
E mi sembra che tutto questo universo, dalla maglia ai bijoux, dall'uncinetto al decoupage sia tutt'altro che roba da nonne o vecchiette, anzi mi pare che questi lavori, giudicati a torto frivoli (d'altra parte tutto ciò che riguarda le donne è sempre una cosa frivola!), sia in realtà la manifestazione molto importante di un diritto di espressione, spesso raro e unico, di un impulso creativo che, al di là dei luoghi comuni, nel villaggio globale si va un po' appiattendo. E invece spesso questo rimane l'unico modo di raccontare il proprio essere vivi e volerlo restare, spesso in situazioni difficili. Poi per molte donne è anche qualcosa di più: all'artigianato del tipo "beading" molte donne in diversi PVS affidano la loro dignità, l'indipendenza economica, il riscatto sociale. C'è un articolo che spiega molto bene quest'idea e ve lo segnalo (http://www.manidistrega.com/tx/consigli_parliamodi.asp?id=175) . E' di Laura Schiavoncini, una signora che unisce alla passione per le cose "frivole" un grande impegno umano e civile. Però ho scoperto che questa cosa non riguarda solo i PVS: nei miei vagabondaggi natalizi per mercatini ho scoperto che in Italia attività come la lavorazione del feltro o le tecniche di tessitura decorativa stanno molto diffondendosi nelle scuole di formazione professionale delle comunità di recupero o delle carceri. Poi spesso queste persone che imparano si raccolgono in cooperative sociali e continuano quest'attività in forma imprenditoriale, magari abbinata a un'attività agrituristica, che oggi indubbiamente tira molto di più dell'artigianato. Insomma, mi sembra un mondo tutto da esplorare, e non solo per le signore... come si dice su "Ferri e gomitoli" a proposito di maglia, un mondo "sexy e ispirato"...

il gioco del se fossi...

Ok, giusto per dare prova immediata del fatto che ogni blogger è tale perché ha un ego smisurato da mostrare al mondo, comincio a parlarvi un po' di me...
facciamo un gioco vecchio come il mondo...
quello del se fossi...
SE FOSSI UN ANIMALE: sarei un cavallo, perchè sa essere libero e addomesticato allo stesso tempo
SE FOSSI UN NUMERO: mi piace il 25, perchè è il giorno in cui sono nata e il numero degli anni che compirò quest'anno
SE FOSSI UN COLORE: direi il bianco. Trasparenza, apertura, ragionevolezza, luminosità...
SE FOSSI UNO SPORT: io e lo sport non siamo grandi amici!! Comunque direi il trekking urbano, cioè il trekking che si fa in genere sulle alture delle grandi città. Lo so che è un po' da vecchietti, ma a me è molto piaciuto. Ho scoperto scorci della mia città che nemmeno conoscevo
SE FOSSI UNA MATERIA SCOLASTICA: economia comportamentale, che era la materia della mia tesi. Lo so che è una roba strana, però in pratica è una scienza tra microeconomia e psicologia, che studia come i comportamenti degli individui non siano guidati solo dalla voglia di guadagnare, ma anche dai sentimenti, tipo l'inquietudine, l'incertezza e anche il desiderio di fare bene per il prossimo
SE FOSSI UN MESTIERE: il docente universitario, che è il mestiere che spero ancora di poter provare a fare. Non per fare la "professoressa", ma per essere vicina agli studenti e per poter continuare a studiare e imparare; ma anche un qualsiasi altro mestiere...perchè io ho un grande spirito di adattamento e lavorare mi piace comunque... anche i lavori manuali, specie il cucito, che si possono fare cantando...
SE FOSSI UN LUOGO: un porto, in una bella giornata fredda in cui il sole si riflette sul mare, le navi vanno e vengono, i bambini che giocano e passeggiano sulle banchine e alle spalle la grande città...
SE FOSSI UN PERIODO STORICO: gli anni '50, con il loro senso di 'pionerismo', di ricominciare da capo...
SE FOSSI UN GENERE MUSICALE: la canzone d'autore italiana, tipo De André. Dei moderni Jovanotti, l'ultimo album mi è molto piaciuto
SE FOSSI UN FILM: "La meglio gioventù". E poi anche "Caterina va in città" di Paolo Virzì. Non che quella Caterina sia un personaggio che mi piace, io sono ESATTAMENTE come lei...
SE FOSSI UN CARTONE ANIMATO: Pollyanna e i suoi cristalli
SE FOSSI UN OGGETTO: un sacchetto, di quelle delle boutique, che poi si riciclano per andare tutti i giorni al lavoro e metterci dentro tutte quelle cose che non stanno in borsetta, tipo i trucchi, le robe da mangiare, un libro...uno di quei sacchetti un po' sciupatini e belli pienotti, di quelli che sul treno pigliano un sacco di spintoni ma non s'afflosciano mai
SE FOSSI UN GIORNO DELLA SETTIMANA: il mercoledì. Un giorno qualsiasi, a metà settimana, tranquillo. Un giorno di quelli che apparentemente non hanno nulla di speciale, ma si possono rendere speciali con tante piccole cose...
SE FOSSI UN MESE: giugno, il mese in cui sono nata, con l'estate che inizia e la voglia di vacanze... ma anche dicembre, con quelle belle giornate terse e fredde...
SE FOSSI UN INDUMENTO: una bella camicia bianca, di quelle attillate con il davanti a piegoline, un po' trasparenti...
SE FOSSI UNA PIETRA: ovviamente una perla scaramazza!
SE FOSSI UN LIBRO: "Le piccole virtù" di Natalia Ginzburg perchè c'è molto di come sono e come vorrei essere
SE FOSSI UNA CANZONE: I cieli d'Irlanda della Mannoia
SE FOSSI UN CIBO: l'uovo al tegamino, semplice e adorabile, servito su un sofisticatissimo piatto quadrato
SE FOSSI UNA BEVANDA: la Lemonsoda, l'acqua frizzante...
SE FOSSI UNO STRUMENTO MUSICALE: la chitarra, semplice, ma in grado di produrre una grande armonia.
SE FOSSI UN FRUTTO: il kiwi
SE FOSSI UN GELATO: una coppetta limone e crema chantilly
SE FOSSI UNA FESTA: l'epifania, che è una festa che tutti sottovalutano forse perchè viene dopo un periodo di bagordi. Mi piace perchè è una festa umile, semplice, che si vive in grande raccoglimento. Mi piace preparare la calza. Mi piace molto anche il significato religioso che ha, dentro di me la vivo come la festa della luce
SE FOSSI UNA NAZIONE: il Portogallo. Mi affascinano il fado, le azulejos e il mistero di questa nazione che non vedo l'ora di visitare...e poi l'Islanda, perché spero che sia una terra di opportunità...
SE FOSSI UNA LINGUA: il francese. L'ho imparato con molta facilità, a differenza dell'inglese. SE FOSSI UN FIORE: l'iris. Avete presente il quadro di Van Gogh, l'Iris bianco? E quella scena del film Il piccolo genio con Jodie Foster, in cui la professoressa chiede al bambino: perchè Van Gogh h dipinto un solo iris bianco in mezzo a quelli viola? E lui risponde: perchè si sentiva solo. Secondo me tutti siamo un po' iris bianchi, cioè abbiamo qualcosa di unico o speciale che ci fa sentire un po' soli, l'importante è trovare poi un modo di accettarci e farci accettare per non esserlo più!
SE FOSSI UN ARREDO: una poltrona, in cui accoccolarsi la sera!!
SE FOSSI UN GIOIELLO: un paio di orecchini pendenti, lunghi ma non troppo, con una bella pietra a forma di goccia in fondo
SE FOSSI UN PERSONAGGIO DELLE FIABE: la Bambina di Neve delle fiabe russe
SE FOSSI UNO DEI SETTE NANI: Cucciolo, anch'io dove capito sono sempre la più piccola
SE FOSSI UN SENTIMENTO NEGATIVO: il senso di colpa, l'inadeguatezza, l'immobilismo,
SE FOSSI UN SENTIMENTO POSITIVO: l'entusiasmo
SE FOSSI UNA TECNOLOGIA: Google
SE FOSSI UN SOPRAMMOBILE: un' abat-jours, magari di quelle stile Liberty. Una piccola lampada che fa una piccola luce...
SE FOSSI UN FATTORE METEO: il vento che sale dal mare e rende tersa e limpida l'aria, specie d'inverno, anche se sconquassa i capelli.