20 marzo 2008

Un libro che consiglio


Ecco un libro che ho scovato in rete. Nelle librerie della mia città non sono riuscita a scovarlo, perciò me lo sono comprato su IBS.
Potete trovarne una bella recensione qui. A me è molto piaciuto: parla delle storie di alcune donne ospiti di una casa di riposo per anziani. Lo fa senza pietismo o luoghi comuni, mostrandoci come debba essere serio, intenso e continuativo soprattutto l'impegno ISTITUZIONALE verso queste persone. Molto bello anche lo spaccato dell'Italia che ne esce, dai racconti "di gioventù": un paese in cui la donna, lungi dall'aver acquistato la pienezza dei suoi diritti, si ritrova però a dover assolvere una lunga serie di doveri - la cura della casa, l'accudimento della famiglia (i genitori prima, i figli poi), il lavoro - esauriti i quali si ritrova "messa da parte". Trovo molto interessante la tesi dell'autrice secondo cui proprio la consuetudine a questo tipo di vita, in cui la donna è protagonista attiva della gestione di spazi e tempi quotidiani, rende più difficile l'accettazione di una realtà come la casa di riposo. Altrettanto interessanti sono i commenti "a caldo", fatti sul campo, di una svolta cruciale e significativa per il nostro paese, come la legge Basaglia.
Mi è molto piaciuto poi leggere in sordina, tra le righe, la storia personale dell'autrice (che è stata effettivamente infermiera di una casa di riposo), che dal contatto con queste persone esce a volte stanca e provata, ma anche arricchita umanamente, al punto di decidere di affrontare un proprio progetto di crescita personale e cambiamento che culmina con la laurea e la scelta di un nuovo lavoro.
Forse un libro un po' scomodo, ma un libro che merita.

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