18 giugno 2008

Jane Eyre


Un libro considerato, a mio avviso a torto, facente parte del mucchio "libriccini per fanciulline sognanti".
Un libro invece secondo me tostissimo e molto moderno.
Moderno innanzitutto per la scelta di una protagonista non straordinariamente bella, non straordinariamente virtuosa, una donna come noi. Forse con una vita un po' più difficile alle spalle, diciott'anni di orfanotrofio, senza affetti e senza slanci.
La possibilità di un lavoro, come governante di una bambina, presso la casa di un ricco signore vedovo, tutore della piccola, il signor Rochester.
La nascita di un rapporto tra l'uomo e la donna, prima amicizia, poi amore. Improvvisamente, come in una bella fiaba, la possibilità di sposarsi. L'anello di fidanzamento, i fiori, i bei vestiti, il sogno di un futuro insieme.
L'unica ombra, in tutta questa felicità, sono i rumori (eco lontane di urla selvagge) che di notte vengono dalla stanza a fianco di quella di Jane.
Il futuro marito rassicura Jane, dicendola che si tratta solo di rumori immaginari, frutto delle sue ansie alla vigilia di una scelta importante.
Il giorno del matrimonio, la catastrofe; la moglie del ricco signore non è morta, è una donna caraibica, sposata per capriccio, per il soddisfacimento di una fantasia sessuale che vedeva in lei una donna particolarmente disinibita e trasgressiva; ma la donna non regge l'impatto con la nuova vita nella campagna inglese e per questo viene deciso di darla per morta e tenerla segregata in una stanza; sono sue, e non di un fantasma, le urla che Jane sente di notte.
La moglie rinchiusa si ribella e appicca il fuoco alla casa dei sogni e degli incubi. Nell'incendio lei muore e lui subisce una grave lesione agli occhi.
Jane, sempre coerente con i suoi principi morali, fugge e cerca di ricostruirsi una vita lontana da questa dolorosissima esperienza. Un'altra vita, un'altra possibilità di matrimonio che Jane rifiuta, non amando l'uomo che gliela propone.
Jane a questo punto fa una scelta incredibile; cioè non è nemmeno una scelta, è un istinto che lei sente. Torna dal suo amato Rochester e decide di restare, di prendersi cura di lui e della sua vita in frantumi.
Dopo aver visto negli occhi l'orrore della follia, la fragilità della menzogna, Jane, che a quel punto è libera e ha riacquistato tutta la sua dignità, compie la scelta di DONARE tutta se stessa all'uomo che l'ha ingannata. Ma che non ha mai smesso di amare.
La letteratura è fatta di donne che partono e donne che restano. Sono sempre partenze e ritorni carichi di dubbi, sofferenza, angosce. Leggerli sulla carta allevia forse un po' la fatica di pensarli nella vita vera...

4 commenti:

Unknown ha detto...

Sono d'accordo con te! Tra l'altro è da parecchio che sto pensando di comprarmi il libro e l'ho trovato proprio la settimana scorsa... :-)

manu ha detto...

non ho mai letto questo libro ma tu invogli a afarlo :)

Anonimo ha detto...

anche per me è stato un libro decisamente bello, uno di quelli che, come dici, ti scrivono dentro qualcosa di indelebile. un'altra cosa in più che abbiamo in comune :-) meno male che non abitiamo "troppo" vicine sennò "perderemmo" un sacco di tempo insieme!!

Anonimo ha detto...

un libro che ho letto due volte, la prima da ragazzina, la seconda già più matura e mi ha trasmesso due diverse emozioni, comunque sempre bello!!